Il Ghetto Ebraico di Venezia è il più antico ghetto ebraico del mondo, situato nel sestiere di Cannaregio.
Fu istituito nel 1516 dal Senato della Repubblica di Venezia, che ordinò agli ebrei di vivere in un'area designata, separata dal resto della città da porte chiuse durante la notte. Il ghetto era inizialmente composto da due campi (ghetto vecchio e ghetto nuovo), ma in seguito furono aggiunti due campi più piccoli (ghetto nuovo dei Tedeschi e ghetto nuovo degli Schiavoni).
Gli ebrei veneziani erano tenuti ad indossare un distintivo giallo sul loro abbigliamento per identificarli come appartenenti alla comunità ebraica. Nonostante ciò, nel ghetto c'era una certa libertà di religione e cultura. Vi erano sinagoghe, scuole, negozi e numerosi servizi per la comunità.
Durante il dominio austriaco nella città, tra il 1797 e il 1866, gli ebrei vennero gradualmente emancipati e ottennero il diritto di vivere fuori dal ghetto, anche se molti scelsero comunque di rimanere lì. Dopo l'unificazione italiana, nel 1866, le porte del ghetto vennero rimosse definitivamente e gli ebrei poterono stabilirsi in altre parti della città.
Oggi il Ghetto Ebraico di Venezia è un'importante attrazione turistica, con sinagoghe ancora in attività e un museo ebraico che racconta la storia e la cultura della comunità ebraica veneziana. Il ghetto è anche sede di eventi culturali e religiosi, rendendolo un luogo ritrovo per l'ebraismo locale.
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